domenica 25 ottobre 2015

Arte di Aiutare - Un percorso affascinante!

Il 12 e 13 settembre si è tenuta l'Arte di Aiutare, momento molto importante nel percorso per Operatori Socio Culturali dell'Accademia.

Erano 35 meravigliose persone e questo ha sicuramente permesso di tenere il corso ad altissimi livelli di condivisione e di partecipazione, dando a tutti la possibilità di esprimersi.
Pezzi di vita, esperienze vissute, dubbi e paure, ma anche forti emozioni positive sono emerse dal gruppo, dove ad un certo punto quasi tutti, istruttori compresi, hanno deciso di essere se stessi, senza maschere, e confrontarsi sul delicato tema dell'Aiuto.

Qui di seguito potete trovare le riflessioni di alcune delle persone che erano presenti.






La mia vita è stata sempre un po' complicata e movimentata come quella di tanti di noi.
Per sopravvivere ho indossato l'armatura di un forte e risoluto guerriero fin da adolescente.
Ma sotto la cotta si respira a fatica e il peso da portare è elevato.
Ho frequentato diversi corsi in questi 35 anni, e come sempre a fine corso ci sono gli abbracci finali. Questa è la prima volta che tutti i miei abbracci sono stati veri e sinceri e non un "perchè lo fanno tutti" . Era il momento che mi faceva sentire a disagio con molti compagni di corso.
Ora no.. Per me è un grande conquista. Grazie per avermi aiutato ad aiutarmi. A tutti.
                                                                                      Pierpaolo Gaspardo - Centro di Pordenone

Questa sera ho visto al cinema "La vita è facile ad occhi chiusi".
Il titolo è la trasposizione dell'incipit di Strawberry fields "Living is easy with eyes closed".
A un certo punto l'attore protagonista si lancia con entusiasmo in una spiegazione della grandezza della musica e delle canzoni e più o meno dice: "ci sono canzoni che ti salvano la vita. Sapere che qualcuno ha provato prima di te quello che stai sentendo in questo momento ti fa sentire meno solo.. Perché in fondo tutti nella vita almeno una volta ci siamo trovati nella condizione di chiedere aiuto" (Help, altra citazione dei Beatles).
Pensavo di rivendermi questa come breve riflessione sull'Arte di Aiutare: in fondo chiedere e prestare aiuto significa riconoscersi nell'altro, riconoscere l'umanità nella forza e nella debolezza, nella gioia e nel dolore.
Probabilmente il canale migliore per permettere di percepirsi e di rivelarsi rimane quello emotivo, particolarmente caro ad ogni tipo di espressione artistica.
                                                                                                    Riccardo Maffeis - Centro di Dalmine



"Sei ubriaca?": la frase perfetta a conclusione di due giornate davvero divertenti. 
Sì divertenti, perché se mi si chiede: «Com’è andata all’Arte?» la prima risposta che mi viene da dare è assolutamente che mi sono divertita.
Appena arrivata, certo ero un po’ a disagio, lì già si conoscevano tutti e io non ero proprio sicura di star facendo la cosa giusta ma, man mano che passavano le ore, il mio benessere non faceva che aumentare. Abbiamo riso, abbiamo pianto e poi di nuovo abbiamo riso. Abbiamo condiviso emozioni, sentimenti, stati d’animo. Non sono di certo mancati gli abbracci ma soprattutto ci siamo divertiti tantissimo e sono seria e convinta quando dico che non sono mai stata così bene e così a mio agio con nessun altro.
Ho conosciuto stupende persone nuove e scoperto coloro che già conoscevo. 
Ho capito di avere la fortuna di far parte di una famiglia stupenda e credo che dovremmo trovare un termine speciale per definire il legame che ci unisce.
Quindi, per rispondere all’interrogativo che apre questo mio ‘pensiero’, una volta tornata a casa ho ringraziato persone che non avevo mai ringraziato prima e alla domanda che loro mi hanno posto di fronte a tanta stranezza: “Sei ubriaca?”, la mia risposta è stata:
“Sì, in un certo senso lo sono, ma questa è una lunga storia!”
Grazie!
                                                                                                        Gloria Surimi - Centro di Dalmine





Chiedere aiuto, donare aiuto... non è una cosa banale.
Si può rischiare di fare dei danni, si possono creare fraintendimenti, si può sbagliare approccio, si possono ottenere risultati opposti a quelli desiderati.
Tutto ciò, può accadere se ci si focalizza su noi stessi invece che sul problema, se diamo più importanza a ciò che crediamo gli altri possano pensare piuttosto che sul risultato che vogliamo raggiungere.

Azione.
L'azione fa la differenza.
Azione è vita.

L'approccio dinamico alla vita fa la differenza in ogni situazione, non da meno nelle relazioni d'aiuto.
Lavorare per migliorare il proprio benessere permette di raggiungere l'equilibrio necessario per poter distribuire benessere.
Raggiunta la consapevolezza che il nostro destino dipende dalle nostre scelte, che tutto è legato alla nostra volontà di agire, l'alibi del fallimento si sgretola.
Spariscono tutte le paure e le incertezze, lasciando spazio alla gioia di essere se stessi.

Saper aiutare è un po' come donare una parte di se stessi in modo incondizionato, senza aspettarsi nulla in cambio, accettando anche la possibilità di un rifiuto o di un atteggiamento di ingratitudine.
Questo può creare non poco disagio anche nella persona più equilibrata, le fragilità nascono proprio dalle risposte negative avute nelle relazioni, ma che al contempo accrescono resilienza e sensibilità.

Sono sempre stato convinto che non fosse importante la motivazione che spingesse al volontariato, poteva essere dettato dall'ego personale, dalla riprova sociale, dal desiderio di un tornaconto, l'importante era aiutare.
Quello che ho compreso in questi giorni intensi è che l'aiuto risulta benefico soprattutto per chi lo elargisce; se viene dal cuore non ci si aspetta nulla in cambio se non la gioia del bene procurato.

Ho imparato che la motivazione, sostanzialmente, cambia la qualità dell'aiuto.

Cambia per chi lo riceve, che ne coglie l'autenticità ma cambia principalmente per chi lo da, che assapora il gusto che si prova nel donare e nel mettersi a disposizione, regalandoci la soddisfazione di aver contribuito alla crescita di qualcuno e la consapevolezza del livello del nostro valore.
L'aiuto diventa una cartina tornasole del nostro equilibrio e della nostra crescita personale.

Questo scritto mi è costato fatica mentale ed emotiva, mi ha preso tempo ed energie ma anche se per qualcuno potrà sembrare banale, lo dono ad ogni lettore che saprà goderne, sperando possa essere d'aiuto o da stimolo per qualcuno.

Io già mi sento meglio, metà del lavoro è andato a buon fine...
                                                                                                        Stefano Boisio - Centro di Dalmine





A distanza di anni ho rifrequentato l'Arte di Aiutare in un momento molto particolare della mia vita che mi ha permesso di comprendere l'importanza di saper chiedere e soprattutto accettare aiuto.

Come sempre la vita è la miglior maestra e accettando le difficoltà che ci offre possiamo fare passaggi importanti nel nostro percorso evolutivo.

Come ho vissuto le due giornate dell'Arte ?
Sono andata a Montegrotto con una sensazione di gioia nel cuore, come quando ero bambina e mi preparavo ad una gita.
Sentivo che sarebbero stati due giorni che mi avrebbero donato ciò di cui avevo bisogno.
Non avevo alcuna aspettativa, solo un senso profondo di serenità e fiducia.
E' stato bello ritrovare amici, conoscerne di nuovi e condividere un pezzo di vita, di me con loro.
Ho vissuto ogni momento ascoltando i messaggi che arrivavano da varie parti e cogliendo ciò che mi risuonava dentro maggiormente.
Momenti di consapevolezza, momenti di gioia, momenti commozione, attimi di condivisione profonda che le parole non possono esprimere…quelle impressioni soggettive da cui trarre profitto, quell'incontro di anime che dona pienezza e senso all'esistenza.

Cosa mi sono portata a casa da queste due giornate?
Mi sono portata a casa molto.
Prima di tutto la gioia di condividere parte della mia vita con persone che, come me,  sono in cammino e con le quali la profondità di scambio ha una qualità unica.

Ho assaporato la "magia" che si genera quando si condivide un sogno comune: il solo fatto di incontrarsi, poterne parlare e scoprire che le sfumature si sovrappongono rinnova energia ed entusiasmo.

Ho riflettuto e compreso profondamente quanto un frammento di vita molto doloroso, può essere vissuto e accettato come un momento di profonda trasformazione che, guarda caso, mi ha insegnato le varie sfaccettature e riflessi dell'aiuto.
Io che sono sempre stata propensa all'aiuto, pronta ad esserci per tutti, ho sperimentato la difficoltà del chiedere e accettare l'aiuto altrui.

Durante queste due giornate ho "metabolizzato" quanto per me e per la mia crescita sia stato fondamentale chiedere e accettare l'aiuto di chi mi ama: ho dovuto arrivare a non avere più forze per accettare che chiedere e ricevere aiuto non è segno di debolezza o incapacità, bensì fa parte del normale vivere, che dona una forza più autentica e rafforza la profondità dei legami.
Ho sempre visto l'aiuto dal punto di vista di chi lo dona, dando quasi per scontato che chi lo riceve lo fa con serenità ed apertura, con gioia… ed ecco che mi trovo a vivere la situazione da un punto di vista diverso e guardo in faccia le mie resistenze, le mie paure, i miei limiti, il mio non accettare fino in fondo certe parti di me perché fino a quel momento avevo sempre vissuto ed agito in un certo modo!
Mi sono resa conto di quanto combattere con se stessi, con l'immagine che ci si è costruiti  è una strada senza senso, che può portare in un profondo abisso dal quale possiamo risalire grazie al nostro aiuto verso noi stessi e al permetterci di essere aiutati da chi amiamo.

Donare aiuto e ricevere aiuto senza aspettative, senza aspettarsi nulla in cambio, senza giudizio alcuno è l'atto d'amore più grande che possiamo fare a noi stessi e al nostro prossimo.

Ma.Bo. Nel ciclo luce ce lo fa sperimentare ai nostri livelli: "Questo è l’uomo, colui che vede sé stesso come veramente è, diventa consapevole che il suo scopo nella vita è quello di aiutare i suoi simili lasciando scorrere liberamente l’amore dalla sua esistenza affinché egli sia nel mondo una luce.”

Per donare in modo pulito e totale è importante anche saper accogliere in modo pulito e totale lasciando andare tutti i condizionamenti, i preconcetti, le paure e altro ancora, solo così possiamo lasciar emergere la nostra luce ed essere nel mondo una luce.
Come il giorno succede alla notte, il raccolto alla semina, il donare ha senso quando sappiamo anche ricevere.

Un grazie a tutti gli amici presenti, a Claudio e Mauro che ci hanno aiutati ad aiutarci, a tutte le persone che ci aiutano e ci permettono di essere aiutate, alla vita che ci dona le prove necessarie per poter crescere.
Un grazie di cuore anche a Marcello per l'aiuto che ogni giorno ci da quando entriamo ai nostri livelli.

Un abbraccio
                                                                                                 Romina Mazzoleni - Centro di Dalmine


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